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Verso il voto - Elezioni Regionali in Sicilia: determinante, da sempre, il peso delle liste a forte caratterizzazione regionale”.



Elezioni Rgionali Sicilia
Verso il voto - In una tabella elaborata dall’ufficio elettorale della Regione siciliana che ridisegna la distribuzione dei seggi per l’elezione dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana nelle nove province. Ridisegna perché, grazie alla legge costituzionale 2/2013, i posti in palio per le elezioni del cinque novembre sono passati da 90 a 70. Non è cosa da poco non solo per i cosiddetti costi della politica ma anche per chi ha deciso oppure sta per decidere di misurarsi con questa competizione elettorale.

Quella tabella è allegata al decreto che deve andare alla firma del presidente della Regione Rosario Crocetta ed è un documento molto atteso perché finalmente dà un quadro chiaro delle attribuzioni per provincia e indica con chiarezza anche i resti che saranno attribuiti sulla base del sistema elettorale vigente che risale al 1951 ed è stato innovato con la legge 7 del 2005.
Una tabella, spiegano dalla Regione, che è stata elaborata dividendo «la cifra della popolazione residente in ciascuna circoscrizione provinciale per il quoziente fisso 80.692, ottenuto dividendo per 62 la cifra della popolazione legale residente nella regione risultante dall’ultimo censimento ufficiale fatto nel 2011».
Saranno dunque 62 (e non 80 com’era prima della riforma) i deputati eletti con il sistema proporzionale mentre nel cosiddetto listino (la lista regionale del candidato presidente) i nomi in lista passano da 9 a sette e in caso di vittoria saranno tutti eletti. Il seggio che manca all’appello è quello che va di diritto al candidato presidente secondo classificato. Il numerino magico comunque è 42 (prima era 54) che corrisponde al numero massimo dei seggi attribuibili «al fine di agevolare la formazione di una stabile maggioranza».

Come avverrà dunque l’attribuzione dei seggi? 
La provincia con il maggior numero di deputati eletti è Palermo con 16 seggi (prima erano venti),
Catania ne spettano 13 (erano 17),
Messina 8 (erano 11), 
Agrigento sei ( prima erano sette), 
Siracusa e a Trapani 5 (Trapani ne aveva 7 mentre Siracusa ne aveva 6), 
Ragusa spettano 4 seggi (ne aveva 5), 
Caltanissetta tre seggi ( ne aveva 4) e a Enna due seggi (ne aveva tre).
Seggi che verranno assegnati con il metodo del quoziente Hare e l’attribuzione dei più alti resti (con recupero sempre a livello provinciale) alle liste che abbiano superato lo sbarramento del 5% a livello regionale. Secondo il calcolo fatto dagli uffici regionali i resti più alti sono quelli di Siracusa, Ragusa , Palermo e Agrigento.

Quindi alla Provincia di Messina andranno  solo 8 deputati regionali. 
Eventuali posti in bilico andrebbero, per resti più elevati ad almeno altre sei province (secondo il calcolo fatto dagli uffici regionali i resti più alti sono quelli di Siracusa, Ragusa , Palermo e Agrigento)

Saranno 62 i deputati che usciranno eletti dalle urne in modo diretto, a cui si aggiungerà il candidato Presidente che arriverà secondo e poi i sette del listino del Presidente vincente, 70 in totale.

Per Demopolis: il peso dei partiti se si votasse oggi in Sicilia per le Politiche



Se si votasse oggi in Sicilia per le Elezioni Politiche nazionali, il Movimento 5 Stelle conquisterebbe il 37% dei consensi, superando ampiamente il Partito Democratico, attestato nell’Isola al 20%. Forza Italia otterrebbe il 17%, Alternativa Popolare con i Centristi l’8,5%, Fratelli d’Italia il 6%. Sotto il 4% le altre liste.
È la fotografia sul peso dei partiti, scattata in Sicilia dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.
Netto appare il vantaggio del M5S, primo partito nell’Isola: nel voto per la Camera dei Deputati, il Movimento di Grillo, guidato in Sicilia da Giancarlo Cancelleri, ottiene una percentuale di circa 7 punti superiore rispetto all’attuale media nazionale rilevata da Demòpolis.

Rispetto al successo delle Europee si ridimensiona il Partito Democratico, che appare penalizzato dalle vicende nazionali degli ultimi mesi: con il 20% si attesta comunque al di sopra del risultato ottenuto alle Politiche del 2013.

Minore rispetto al passato, con il 17%, appare in Sicilia il peso del partito di Berlusconi che – come emerge dal trend dell’Istituto Demopolis – sembra comunque beneficiare dell’effetto “Referendum”, guadagnando 3 punti negli ultimi 6 mesi. Resta ampiamente sopra la media nazionale l’area centrista di Alfano con l’8,5%; cresce ulteriormente la formazione di Giorgia Meloni.




Sono numerosi i partiti sotto il 4% (tra cui MDP, la Lega, Sinistra Italiana), destinati ad avere un ruolo in Sicilia soprattutto nella competizione per il Senato per il quale si voterebbe oggi con un proporzionale puro su base regionale e con soglie di coalizione.

Il quadro delle intenzioni di voto si modifica sostanzialmente alle Amministrative e nelle elezioni per il rinnovo dell’ARS. “Diverse, con variazioni significative per ciascun partito – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – risulterebbero oggi le scelte di voto dei siciliani per le Elezioni Regionali, in programma il prossimo 5 novembre, nelle quali da sempre, in Sicilia, cresce il peso delle liste a forte caratterizzazione regionale”.

Si pensi, ad esempio, a Riparte Sicilia di Crocetta, al movimento Diventerà Bellissima di Musumeci, a Cantiere Popolare di Romano, ad Idea Sicilia di Lagalla, ai socialisti, agli autonomisti e agli indipendentisti, a Sicilia Futura di Cardinale e D’Agostino, ecc.

“Non va neanche dimenticata – aggiunge Pietro Vento – l’estrema mobilità del voto dei siciliani che, nelle ultime tornate elettorali, hanno manifestato un grado di “infedeltà” ai partiti decisamente superiore a quello registrato a livello nazionale, cambiando spesso idea da un’elezione all’altra. È uno scenario in costante evoluzione, condizionato da un alto tasso di astensione: più di 4 elettori siciliani su 10 – conclude il direttore di Demopolis – non si recherebbero oggi alle urne per il rinnovo di Camera e Senato”.


Nota informativa – L’indagine è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 9 all’11 aprile 2017, su un campione stratificato di 1.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia. Supervisione della rilevazione demoscopica con metodologie integrate cati-cawi di Marco E. Tabacchi. Coordinamento del Barometro Politico Demopolis a cura di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone.


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