Ieri sera, nei giardini di Villa Vaccarino a Milazzo, ha avuto luogo la presentazione del libro “Cinque donne e un arancino” di Catena Fiorello, brillante scrittrice siciliana nota a livello nazionale.
Il libro è un Inno alla positività e alla forza delle" fimmine siciliane".
L’evento, curato dalla Libreria Mondadori Bookstore di Milazzo, nella persona di Angelica Furnari, è stato patrocinato dal Comune di Milazzo e dalla Fidapa BPW Italy sezione di Milazzo. Catena Fiorello ha incantato sin da subito il nutrito pubblico che ha partecipato all’incontro nel rispetto delle norme anti covid. L’autrice si è raccontata con spontaneità ed empatia dialogando con Angelica Furnari, moderatrice dell’evento, con l’Assessore alle pari opportunità e alle politiche giovanili Dott.ssa Ginevra Schiavon e con il Presidente della Fidapa sez. di Milazzo Avv. Natascia Fazzeri.
La scrittrice ha condiviso con il pubblico momenti della sua quarantena, vissuta a Roma con il suo amato cagnolino Pepe’ e ha raccontato di come, durante questo periodo di “tedio”, abbia maturato l’idea di pubblicare proprio “Cinque donne e un arancino”.
“Ogni trasloco è una fine. O un inizio. Per Rosa era un intreccio di emozioni. Passato da guardare voltandosi piano, ormai messo al riparo da colpi accidentali, e un futuro da inventarsi chissà come”.
Così inizia il nuovo romanzo di Catena Fiorello Galeno. Nuovo romanzo accompagnato dal nuovo doppio cognome, omaggio alla mamma.
È una storia di coraggio, di sentimenti e, come dimostra già l’incipit con la sua metafora del trasloco, di cambiamento.
Il cambiamento è il cuore di tutta la narrazione, un cambiamento che fa sempre un po’ paura, ma che a volte aspettiamo, desideriamo, e di cui la vita ha inevitabilmente bisogno.
Cinque donne diverse…
Il titolo ci racconta, già, la sua storia. Cinque donne diverse con un passato doloroso o con un futuro ancora tutto da scoprire, la vedova Giuseppa, le gemelle Maria e Nunziatina, la bella Sarina e Rosa, collante fra tutte loro, pronta a travolgerle con la sua voglia di fare. Cuore e motore del raccontola forza di queste cinque fimmine siciliane.
Sono donne forti, che non si spaventano dinanzi le difficoltà della vita, che litigano, si scontrano ma non si fermano mai. Nella loro totale diversità sono unite da sogni, desideri, e tanta determinazione. Sono profondamente autentiche, nei loro sentimenti belli e brutti, si mostrano sempre indipendenti, moderne, emancipate e imperfette. Dove ci sono le imperfezioni i rapporti sono perfetti perché c’è dentro l’umanità intera. L’autrice lo mostrava in “Picciridda” e ora qui lo ripropone.
Catena Fiorello ci racconta che c’è un po’ di sè stessa in ciascuna di loro: “non credo agli scrittori che negano di mettere parte del proprio essere nei personaggi. Cadono sempre in loro le gocce della nostra fatica, la nostra visione del mondo, anche una sola frase. Emotivamente mi trovo più vicina a Rosa e a Giuseppa, se avete letto il libro sapete già perché, altrimenti lo scoprirete. Amo e mi sento sempre vicina a chi trattiene per pudore le proprie sofferenze, le custodisce nel silenzio del cuore”.
Intorno a queste cinque donne, poi, si articola un mondo, un universo anche di uomini, di relazioni sentimentali, di incontri, di colpi di scena mai e poi mai prevedibili. Rapporti reali, per nulla sdolcinati, ma veri. E Rosa ne è sempre il punto d’unione.
Tutto inizia da lei. Rosa ha vissuto quarant’anni a Milano per seguire il marito. Dopo la sua morte, essendo ormai adulti i figli, decide di tornare a casa, nel paesino Monte Pepe, dove vuole reinventarsi, costruirsi un nuovo futuro.
E lo fa insieme alle quattro nuove amiche. … e un arancino
Aprono una rosticceria, “Il Regno dell’Arancino” ed ecco che qui compare l’altro protagonista della storia.
L’ispirazione nasce alla sua autrice una sera dell’anno scorso in cui si trovava a Mongiuffi Melia, un paesino sopra Letojanni, dove ha aperto una rosticceria che produce 50 arancini di gusto e tipo diverso. Qui parte questa meravigliosa storia, declinata interamente al femminile.
Questa pietanza unica, tutta siciliana, riveste un ruolo fondamentale, che supera la sua prelibatezza culinaria.
“È un po’ una metafora dei siciliani; abbiamo la scorza fuori, ma se vai a vedere è morbida morbida, entri subito e trovi il cuore, che è nascosto ma quando si offre ti riempie come il ripieno fa con il palato” racconta Catena.
L’arancino rispecchia tanto quelle sue donne che lo cucinano, la loro storia e quella della loro terra, ma tra le pagine l’arancino diventa anche un simbolo di riscatto, di quanto si può costruire partendo da molto poco.
E, inoltre, sancisce un gigantesco punto a nostro favore, nella diatriba tra arancino e arancina, a discapito dei palermitani. Catena Fiorello racconta l’arancino, al maschile, e ovunque in Italia leggeranno di lui in questo modo! Sebbene ci spiega: “alla fine mi sono anche affezionata un po’ al termine arancina, dopo che in tutte le presentazioni palermitane mi hanno supplicato di nominarlo al femminile almeno da loro”.
l’autrice ha pensato che, in questo particolare momento storico, fosse necessario raggiungere i lettori con leggerezza, donando un messaggio di positività e ottimismo. Le protagoniste del libro sono donne tenaci, diverse tra loro ma tutte capaci di mettersi in gioco. E sarà proprio affrontando le difficoltà che trarranno un’opportunità di rinascita. Catena Fiorello ha risposto alle domande e alle osservazioni del pubblico con grande disponibilità e gentilezza, evidenziando più volte la bellezza della Sicilia e della sicilianità. Infine, in modo organizzato e in piena sicurezza, ha firmato i libri a tutti i lettori presenti.
Stasera Catena Fiorello presenterà il suo libro a Castroreale, in Piazza Pertini, alle ore 19.
Il libro è un Inno alla positività e alla forza delle" fimmine siciliane".
L’evento, curato dalla Libreria Mondadori Bookstore di Milazzo, nella persona di Angelica Furnari, è stato patrocinato dal Comune di Milazzo e dalla Fidapa BPW Italy sezione di Milazzo. Catena Fiorello ha incantato sin da subito il nutrito pubblico che ha partecipato all’incontro nel rispetto delle norme anti covid. L’autrice si è raccontata con spontaneità ed empatia dialogando con Angelica Furnari, moderatrice dell’evento, con l’Assessore alle pari opportunità e alle politiche giovanili Dott.ssa Ginevra Schiavon e con il Presidente della Fidapa sez. di Milazzo Avv. Natascia Fazzeri.
La scrittrice ha condiviso con il pubblico momenti della sua quarantena, vissuta a Roma con il suo amato cagnolino Pepe’ e ha raccontato di come, durante questo periodo di “tedio”, abbia maturato l’idea di pubblicare proprio “Cinque donne e un arancino”.
“Ogni trasloco è una fine. O un inizio. Per Rosa era un intreccio di emozioni. Passato da guardare voltandosi piano, ormai messo al riparo da colpi accidentali, e un futuro da inventarsi chissà come”.
Così inizia il nuovo romanzo di Catena Fiorello Galeno. Nuovo romanzo accompagnato dal nuovo doppio cognome, omaggio alla mamma.
È una storia di coraggio, di sentimenti e, come dimostra già l’incipit con la sua metafora del trasloco, di cambiamento.
Il cambiamento è il cuore di tutta la narrazione, un cambiamento che fa sempre un po’ paura, ma che a volte aspettiamo, desideriamo, e di cui la vita ha inevitabilmente bisogno.
Cinque donne diverse…
Il titolo ci racconta, già, la sua storia. Cinque donne diverse con un passato doloroso o con un futuro ancora tutto da scoprire, la vedova Giuseppa, le gemelle Maria e Nunziatina, la bella Sarina e Rosa, collante fra tutte loro, pronta a travolgerle con la sua voglia di fare. Cuore e motore del raccontola forza di queste cinque fimmine siciliane.
Sono donne forti, che non si spaventano dinanzi le difficoltà della vita, che litigano, si scontrano ma non si fermano mai. Nella loro totale diversità sono unite da sogni, desideri, e tanta determinazione. Sono profondamente autentiche, nei loro sentimenti belli e brutti, si mostrano sempre indipendenti, moderne, emancipate e imperfette. Dove ci sono le imperfezioni i rapporti sono perfetti perché c’è dentro l’umanità intera. L’autrice lo mostrava in “Picciridda” e ora qui lo ripropone.
Catena Fiorello ci racconta che c’è un po’ di sè stessa in ciascuna di loro: “non credo agli scrittori che negano di mettere parte del proprio essere nei personaggi. Cadono sempre in loro le gocce della nostra fatica, la nostra visione del mondo, anche una sola frase. Emotivamente mi trovo più vicina a Rosa e a Giuseppa, se avete letto il libro sapete già perché, altrimenti lo scoprirete. Amo e mi sento sempre vicina a chi trattiene per pudore le proprie sofferenze, le custodisce nel silenzio del cuore”.
Intorno a queste cinque donne, poi, si articola un mondo, un universo anche di uomini, di relazioni sentimentali, di incontri, di colpi di scena mai e poi mai prevedibili. Rapporti reali, per nulla sdolcinati, ma veri. E Rosa ne è sempre il punto d’unione.
Tutto inizia da lei. Rosa ha vissuto quarant’anni a Milano per seguire il marito. Dopo la sua morte, essendo ormai adulti i figli, decide di tornare a casa, nel paesino Monte Pepe, dove vuole reinventarsi, costruirsi un nuovo futuro.
E lo fa insieme alle quattro nuove amiche. … e un arancino
Aprono una rosticceria, “Il Regno dell’Arancino” ed ecco che qui compare l’altro protagonista della storia.
L’ispirazione nasce alla sua autrice una sera dell’anno scorso in cui si trovava a Mongiuffi Melia, un paesino sopra Letojanni, dove ha aperto una rosticceria che produce 50 arancini di gusto e tipo diverso. Qui parte questa meravigliosa storia, declinata interamente al femminile.
Questa pietanza unica, tutta siciliana, riveste un ruolo fondamentale, che supera la sua prelibatezza culinaria.
“È un po’ una metafora dei siciliani; abbiamo la scorza fuori, ma se vai a vedere è morbida morbida, entri subito e trovi il cuore, che è nascosto ma quando si offre ti riempie come il ripieno fa con il palato” racconta Catena.
L’arancino rispecchia tanto quelle sue donne che lo cucinano, la loro storia e quella della loro terra, ma tra le pagine l’arancino diventa anche un simbolo di riscatto, di quanto si può costruire partendo da molto poco.
E, inoltre, sancisce un gigantesco punto a nostro favore, nella diatriba tra arancino e arancina, a discapito dei palermitani. Catena Fiorello racconta l’arancino, al maschile, e ovunque in Italia leggeranno di lui in questo modo! Sebbene ci spiega: “alla fine mi sono anche affezionata un po’ al termine arancina, dopo che in tutte le presentazioni palermitane mi hanno supplicato di nominarlo al femminile almeno da loro”.
l’autrice ha pensato che, in questo particolare momento storico, fosse necessario raggiungere i lettori con leggerezza, donando un messaggio di positività e ottimismo. Le protagoniste del libro sono donne tenaci, diverse tra loro ma tutte capaci di mettersi in gioco. E sarà proprio affrontando le difficoltà che trarranno un’opportunità di rinascita. Catena Fiorello ha risposto alle domande e alle osservazioni del pubblico con grande disponibilità e gentilezza, evidenziando più volte la bellezza della Sicilia e della sicilianità. Infine, in modo organizzato e in piena sicurezza, ha firmato i libri a tutti i lettori presenti.
Stasera Catena Fiorello presenterà il suo libro a Castroreale, in Piazza Pertini, alle ore 19.